Imperatore del Sacro Romano Impero. Primogenito dell'imperatore Federico III e
di Eleonora del Portogallo, fu incoronato re dei Romani ad Aquisgrana nel 1486.
Alla morte del padre, avvenuta nel 1493, diventò sovrano unico del
Reich tedesco, dei domini asburgici e di fatto imperatore: il titolo
ufficiale di "imperatore eletto" gli fu concesso da papa Giulio II nel 1508,
senza però la tradizionale consacrazione. Abile comandante militare,
esperto di artiglieria e organizzatore della fanteria tedesca,
M.
incrementò la forza degli Asburgo in Europa più grazie a
un'accorta politica matrimoniale che alle sue conquiste militari. Nel 1477
sposò Maria Bianca di Borgogna, figlia ed erede di Carlo il Temerario,
che portò in dote, oltre ai territori governati dai duchi di Borgogna, la
Franca Contea e i Paesi Bassi, permettendogli, inoltre, di creare una rete di
alleanze con Spagna e Inghilterra, in chiaro antagonismo con la casa regnante
francese di Valois. Difficoltà interne, tuttavia, costrinsero
M.,
dopo la morte della moglie, a dare in sposa la figlia Margherita proprio al
Delfino di Francia, il futuro Carlo VIII, restituendo così ai Francesi,
in parte con la firma del trattato di Arras del 1482 e in parte sotto forma di
dote, molti dei possedimenti ereditati da Carlo il Temerario. Nelle Fiandre, che
erano state assegnate al figlio Filippo di cui egli era tutore, fu costretto a
imporre con le armi la sua sovranità combattendo per diversi anni,
finché fu sottoscritta la pace di Cadzand (1492). Stringendo un'alleanza
con il duca di Bretagna,
M. riaprì il conflitto con la Francia,
che si risolse con la pace di Senlis del 1493, con la quale Carlo VIII
restituiva a
M. la Franca Contea e l'Artois. In quegli anni (1490-1500),
M. riuscì a concentrare nelle sue mani tutte le terre che erano
state possedimenti dei differenti rami degli Asburgo: riacquistò il
Tirolo, la contea di Gorizia con i feudi di Pusteria, Carinzia e Friuli,
l'Austria Inferiore e la stessa Vienna che erano state occupate dal re ungherese
Mattia Corvino ed ora gli erano cedute da Iagellone con il riconoscimento del
diritto di successione della casa d'Asburgo sul trono di Ungheria, se la linea
dei sovrani legittimi si fosse esaurita. Nel 1494, secondo la prospettiva di una
rinascita imperiale e con l'intento di influenzare i giochi politici in Italia
contro gli interessi in quelle terre di Carlo VIII,
M. sposò in
seconde nozze Bianca Maria Sforza, nipote di Ludovico il Moro, al quale concesse
il ducato di Milano che era feudo imperiale. In cambio ottenne una dote assai
cospicua e l'ingresso in un sistema di alleanze antifrancesi cui partecipavano,
oltre a Milano e a Venezia, la Spagna e il papa. Tuttavia, costretto alla guerra
dai Cantoni svizzeri che volevano l'autonomia dal potere imperiale, non
poté evitare la sconfitta di Ludovico e la conquista di Milano per mano
francese. Tra il 1508 e il 1512 si inserì nuovamente nelle vicende
italiane, partecipando alla Lega di Cambrai contro Venezia. Nonostante alcuni
successi iniziali, non riuscì tuttavia a sfruttare a proprio vantaggio il
vuoto di potere venutosi a creare nell'Italia settentrionale, anche
perché privo delle necessarie risorse economiche. Maggior successo,
rispetto alle lunghe guerre, ebbero invece gli accordi di politica matrimoniale
stretti da
M.: suo figlio Filippo sposò Giovanna, figlia di
Ferdinando il Cattolico, mentre Margherita (in precedenza ripudiata da Carlo
VIII) andò in moglie al principe Don Juan. In tal modo si preparò
l'ascesa al trono spagnolo del futuro Carlo V imperatore. Allo stesso modo, la
promessa di matrimonio tra i nipoti Maria e Ferdinando con i figli di Ladislao
Iagellone re di Boemia e Ungheria assicurava la successione di regnanti della
casa d'Asburgo anche al trono ungherese. Figura dominante nella Germania che
precedette la Riforma,
M. vi segnò la transizione tra il Medioevo
e l'Età moderna, perseguendo i propri obiettivi nel rafforzare gli
Asburgo e nell'estenderne le istituzioni a tutto il territorio imperiale: egli
fu il primo artefice della multinazionalità della futura Monarchia
asburgica. Per sostenere i suoi disegni politici, riunì diverse "diete"
dei principi elettori che, tuttavia, accolsero con preoccupazione per la loro
autonomia decisionale e politica i progetti di Stato centralizzato di
M.
e di fatto ne impedirono l'attuazione (anche lesinando i fondi per le imprese
belliche dell'imperatore). La Germania, infatti, era stata divisa in
circoscrizioni territoriali per garantire un più efficace reclutamento
militare e una più capillare tassazione a favore dell'erario imperiale,
ma l'autorizzazione al compimento di tali atti spettava ancora alla dieta: di
fatto, dunque, principi e città continuarono a decidere autonomamente se
concedere o meno sostegno militare ed economico all'imperatore.
M. fu
anche uomo di cultura e mecenate, protettore di artisti e umanisti. Ci sono
inoltre pervenuti preziosi codici a lui contemporanei, riccamente miniati,
recanti sue opere: i versi di
Theuerdank (1517), racconto allegorico
delle sue imprese, e
Weisskunig (postumo, 1775), una prosa autobiografica
romanzata (Wiener Neustadt, Vienna 1459 - Wels, Linz 1519).